Rai, Garimberti a Saviano e Fazio "Sulla libertà non tratto, basta ritardi"

20.10.2010 18:20

 

Il presidente risponde all'appello dello scrittore  sul futuro del programma "Vieni via con me" in una lettera che verrà pubblicata domani su Repubblica. Masi si difende: "Nessuna censura". L'autore di Gomorra va ad Annozero

ROMA -  "Io sulla libertà non tratto". Così il presidente della Rai, Paolo Garimberti, risponde all'appello di Roberto Saviano 1sul nebuloso futuro del programma "Vieni via con me" 2in una lettera che verrà pubblicata domani su Repubblica. "Di questa libertà - sottolinea Garimberti - mi faccio garante e per questo confido che, superati i problemi, Lei e Fabio Fazio saprete liberamente confezionare un programma di qualità rispettoso dei principi cardine del servizio pubblico che sono, tra gli altri, imparzialità, pluralismo e rispetto della persona". Una presa di posizione che arriva dopo le durissime polemiche con il dg Mauro Masi e i contratti per gli ospiti non ancora firmati. Scontri che non hanno ricadute positive per viale Mazzini. "La mia Rai ideale è un'azienda normale, che sui giornali ci finisce una volta l'anno, magari quando presenta il bilancio, come tutte le società per azioni.
E, come industria culturale, ogni volta che c'è una qualche iniziativa o trasmissione meritoria" sottolinea Garimberti. Che, in risposta alle osservazioni di Saviano, "sui problemi avuti e gli ostacoli incontrati" auspica che "siano solo lo specchio di una tendenza al ritardo che, lo dico senza mezzi termini, non mi piace per niente".
"E' chiaro a tutti che nè il presidente nè i consiglieri di amministrazione - afferma ancora Garimberti - possono intervenire direttamente nella gestione operativa dell'azienda che è demandata al direttore generale. Ma di questa tendenza al ritardo, di questo andazzo, ho già parlato in Cda perchè finisce per generare polemiche a lettura politica che ci fanno finire sui giornali e danneggiano l'immagine della Rai. Quando non rischia addirittura di incidere economicamente".

LA LETTERA DI GARIMBERTI
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Masi si difende. 
"Nella vicenda "Vieni via con me " - ha detto il dg in consiglio di amministrazione - non c'è alcun ritardo ne tantomeno alcuna censura preventiva. Chi parla dell'uno e dell'altra dimostra grande superficialità o perchè non conosce nel dettaglio i fatti o, sicuramente in buona fede, si fa fuorviare da chi persegue interessi estranei alla trasmissione e  alla Rai".

Saviano ad Annozero. 
Nel frattempo Saviano sarà ospite domani di Michele santoro ad Annozero. Lo scrittore parteciperà, in collegamento da Berlino, alla puntata intitolata "Il sasso in bocca". "'Sono i contenuti delle trasmissioni a fare paura. Ma su questi non siamo disposti a trattare. Sono la nostra libertà - dice Saviano citato sul sito di Annozero -. Ma chi dovrebbe avere paura dei contenuti di questi programmi?". E sulla vicenda "Vieni via con me" interviene anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini: "In una democrazia liberale non si possono spegnere quelli con cui non si è d'accordo". E sempre a proposito di Annozero, il dg Masi ha ribadito che contro il conduttore si procederà in sede giudiziale. Avvertendo che nuove violazioni saranno collegate all'eventuale sospensione.

Zavoli: "Basta disordine". 
Di Rai si è parlato oggi nel corso della seduta odierna dell'ufficio di Presidenza della Commissione di Vigilanza. Per il presidente Sergio Zavoli il servizio pubblico sta perdendo la sua identita'originaria e vive in un disordine funzionale che va a toccare una ''grande questione democratica''. E cioe' se l'azienda radiotelevisiva pubblica debba essere ancora ''mediatore corretto - quindi libero e responsabile - tra i fatti e l'opinione pubblica''.

'Di fronte all'intrecciarsi di ''casi'' che si susseguono ormai quotidianamente - dice Zavoli facendo evidente riferimento anche alle polemiche su 'Annozero' e 'Vieni via con me' - la perdita di un punto di riferimento forte - istituzionale e aziendale - che tenga in equilibrio la mission dell'azienda rende legittima la domanda se la Rai, cosi' come sta configurandosi, corrisponda ancora alla sua identita' statutaria''. 

In realta', ammonisce Zavoli, ''non se ne colgono piu' ne' lo spirito ne' la prassi; e tutto, confondendosi in un coacervo di atteggiamenti dettati dalla perdita delle doverosita' originarie, finisce per accreditare la richiesta, persino comprensibile, di una soluzione radicale: la privatizzazione''. Per il presidente della commissione di Vigilanza il problema ''non e' tanto privatizzare, che oggi vorrebbe dire semplicemente lasciare le cose come sono, pressoche' ''normalizzate'', quanto ripensare la funzione del servizio pubblico''. E' quindi necessario, aggiunge Zavoli, un ''atto di indirizzo che, facendosi carico di un interesse di carattere generale, rimetta in equilibrio un disordine che va  a toccare una grande questione democratica: se la Rai, cioe', debba essere ancora lo strumento che non solo promuova la crescita civile e culturale del Paese, ma si fa mediatore corretto 
tra i fatti e l'opinione pubblica''.

Zavoli ritiene quindi questa ''la premessa, pur sommaria di una scelta non piu' rimandabile: fino a che punto cioe' sia lecito, di fronte a un pericolo di questa natura, non esercitare le rispettive responsabilita'. Si configurerebbe, altrimenti, anche una nostra inadempienza istituzionale''.