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La Direzione investigativa antimafia rilancia l'allarme sulla penetrazione della 'ndrangheta nel Nord Italia. «In Lombardia le emergenze info-investigative - si legge nella Relazione presentata al Parlamento e relativa al primo semestre 2010 - hanno confermato la progressiva e costante evoluzione della 'ndrangheta che, ben radicata da tempo nel territorio, interagisce con gli ambienti imprenditoriali lombardi». Questa interazione, spiega la Dia, si muove «su due sostanziali filoni di penetrazione: quelli del consenso e dell'assoggettamento. Queste tattiche di coinvolgimento -spiega ancora la Dia - da un lato trascinano con modalità diverse i sodalizi nelle attività produttive e dall'altro li collegano con ignari settori della pubblica amministrazione che possano favorirne i disegni economici».
Dal Piemonte al Veneto, passando per la Liguria, l'Emilia Romagna e anche la Toscana, la 'Ndrangheta ha ramificazioni in buona parte delle regioni settentrionali: cosche che godono di una certa autonomia ma che per le decisioni strategiche dipendono sempre dalla casa madre calabrese. Ecco nel dettaglio come le cosche si sono infiltrate nelle regioni più produttive del paese.
PIEMONTE
Si registra, scrive la Dia, una «qualifica presenza di soggetti riconducibili alle 'ndrine del vibonese, della locride, dell'area ionica e tirrenica della provincia di Reggio Calabria». Cosche che «attraverso imprese controllate» hanno i loro interessi prevalentemente nel settore degli appalti pubblici dove, spesso, operano attraverso i subappalti. Un altro «settore primario» dei gruppi 'ndranghetisti è rappresentato dal traffico di droga, per gli elevati profitti che consente. Tra le operazioni portate a termine nel primo semestre di quest'anno, la Dia ricorda il sequestro di beni a due fratelli residenti a Tortona, figli di un noto esponente della 'Ndrangheta reggina ucciso nell'ambito della faida che negli anni '70 contrappose i Facchineri ai Raso-Albanese-Gullace.
LIGURIA
Nella regione «è tradizionalmente radicata - scrive la Dia - la presenza di note espansioni di 'ndrine a Genova, nel ponente ligure e nella riviera di levante». Traffico di stupefacenti, estorsioni, usura, gioco d'azzardo, controllo dei locali notturni per lo sfruttamento della prostituzione «costituiscono i maggiori settori dell'arricchimento» per le cosche. E «non meno importante è la significativa presenza, attraverso capitali di incerta provenienza, nei campi dell'imprenditoria edile e dello smaltimento dei rifiuti».
VENETO
Si registrano «segnali di interesse» della 'Ndrangheta verso i settori dell'economia locale e vi è una «significativa incidenza percentuale delle segnalazioni per operazioni finanziarie sospette effettuate nella regione» tanto da indurre la Dia a svolgere controlli più persuasivi.
EMILIA ROMAGNA Le cosche sono operative nelle province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma dove vi è una presenza «diretta» della cosca Grande Aracri e vi sono personaggi riconducibili alle 'ndrine dei Barbaro, Strangio, Nirta e dei Bellocco. Sono inoltre in corso tentativi da parte delle varie famiglia di allargare il raggio d'azione anche nelle altre province della regione.
TOSCANA
La regione è diventata «territorio di elezione di alcune qualificate propaggini della 'Ndrangheta». E anche se attualmente i processi di radicamento nel tessuto socio, economico ed imprenditoriale della regione «non hanno svelato sostanziali soluzioni di continuità», indicano comunque «l'esigenza di una realistica presa d'atto sulla rinnovata pericolosità delle presenze di elementi riconducibili alle cosche mafiose calabresi».